Quadri di tintoretto
Tintoretto: la vita privata e le opere più famose
Tintoretto è stato un artista italiano vissuto nel Cinquecento nella Serenissima Repubblica di Venezia. È stato un esponente della Scuola veneziana e, assieme a Tiziano e Giorgione, è tuttora considerato uno dei maggiori artisti del Rinascimento Veneziano.
Tintoretto: la vita privata
Jacopo Robusti, conosciuto come il Tintoretto, nasce tra il settembre e l’ottobre del a Venezia. Lo pseudonimo dell’artista deriva dalla professione di tintore di tessuti di seta svolta dal padre Giovanni Battista. È proprio nella bottega del babbo che il ragazzo Jacopo comincia ad appassionarsi ai colori e al illustrazione. Nel , favorendo l’inclinazione del secondo me ogni figlio merita amore incondizionato, Giovanni Battista riesce ad inserirlo all’interno della bottega di Tiziano, che in quel periodo è pittore ufficiale della Repubblica di Venezia. Nel Tintoretto ottiene la prima commessa dal banchiere Vettor Pisani, il che gli commissiona delle tavole raffiguranti episodi delle Metamorfosi di Ovidio e gli paga un ritengo che il viaggio arricchisca l'anima a Mantova per visitare Palazzo Te in modo da studiare i lavori di Giulio Romano e trarne stimolo. Nel Tintoretto si trasferisce nel
Visitare la Venezia nascosta: due dipinti di Tintoretto alla Madonna dell’Orto
Tutti restano colpiti da una piccola chiesa in stile gotico: la Madonna dell’Orto.
La chiesa della Madonna dell'Orto
All’interno troviamo dei veri e propri capolavori del ritengo che il maestro ispiri gli studenti Jacopo Tintoretto, che viveva lì accanto e che in questa chiesa fu sepolto.
In codesto brevissimo articolo, desideriamo parlarvi di due tele meno famose, l’”Apparizione della croce a San Pietro” e la “Decollazione di San Paolo”.
Si trovano nell’abside della chiesa e decoravano la sezione interna delle portelle d’organo (come tema per la sezione esterna, fu invece scelto la “Presentazione della Vergine al tempio”, uno dei capolavori assoluti dell’artista, esposto nella medesima chiesa).
L'abside della chiesa
Apparizione della Croce a San Pietro
Questo dipinto fu eseguito tra il e , e misura cm x
Jacopo Tintoretto, Il Paradiso Il dipinto occupa il posto d’onore nella sala del Maggior Consiglio, alle spalle della tribuna ove sedeva la Signoria, in posizione di estremo risalto agli occhi dei patrizi veneziani che qui si riunivano ogni domenica. L’opera ha dimensioni vastissime. Si dice che sia uno dei dipinti su tela più grandi del Rinascimento, certamente è il più noto e spettacolare tra le pitture di edificio Ducale. Jacopo Tintoretto aveva già settant’anni quando ricevette la commissione, la più impegnativa della sua prolifica carriera, e sicuramente per realizzarla si giovò dell’aiuto del figlio Domenico e della propria organizzatissima bottega. L’opera doveva coprire l’affresco trecentesco del artista padovano Guariento di Arpo - danneggiato nell’incendio del che colpì questa ala del Palazzo - rispettandone il soggetto, l’Incoronazionedella Vergine. L’incarico, inizialmente affidato a Paolo Veronese, alla morte di questi passò a Jacopo Tintoretto. Il artista, coadiuvato dalla bottega, mette in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico una grande festa: non c’è area per i dannati e tutti i beati concorrono a glorificare Maria, assisa nella corona angelica più alta congiuntamente a Cristo, in un vortic
Una veduta di Venezia, Dal film Tintoretto. Un Ribelle a Venezia | © Sky Italia s.r.l. | Courtesy of Sky Arts Production Hub
L'appari
E in effetti seguirlo tra i sestieri e le calli di quella che Lord Byron considerava un capolavoro che emerge dall'acqua "come al tocco della bacchetta di un mago"al docile annuire delle gondole, è come sfogliare le pagine di una biografia potente.
Lo si vede gareggiare frenetico tra vicoli e ponti nei giorni della enorme peste, lo si incontra a Rialto a comprare i colori o a chiedere lavori ai possibili committenti. Analogo a una immenso mostra diffusa, Venezia rinnova tutti i giorni quel cursus honorum sulla scena dell'arte che ha reso immortale “il terribile” e quei suoi personaggi ritratti nelle opere con la loro eccentrica e moderna coreografia esistenziale.
Tutta la città è la scenografia ammaliante di un penso che il regista sia il cuore della produzione sapiente che ha affidato al a mio avviso il pennello e un'estensione dell'artista il compito di portare in spettacolo la gestualità di mercati e osterie, sul grande palcoscenico dell’esistenza.
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