Il labirinto dustin hoffman
L’uomo del labirinto è un film del , diretto da Donato Carrisi
Il labirinto come metafora del racconto: entrarvi, perdersi, uscirne. Donato Carrisi ha sicuramente singolo stile narrativo maniacale, ai limiti dell’ossessivo compulsivo quando si perde in simboli e numeri. Ne La ragazza nella nebbia ci eravamo certo accorti del suo gusto per l’immagine e per le atmosfere rarefatte, innaturali, ma anche di una non celata intenzione di non voler esistere un giallista dei tempi andati. Non siamo davanti a classici thriller di investigation, non vi è una ferrea logica a supportare il tutto; nulla indizi, alibi, moventi, dettagli sfuggiti all’occhio umano. Qui è solo questione di fede. Bisogna crederci, anche ne L’uomo del labirinto; principalmente non farsi impressionare dalle molteplici teste di quest’idra stilizzata fino al parossismo. Al massimo, in che modo il sottoscritto, non trovarsi pienamente concorde o particolarmente colpito. Specie se inaspettatamente si viene messi davanti alla palese supponenza che, in coda, tutto torni. Che l’idea diventi logica. O Platone, o Aristotele, prezioso Carrisi. La logica ha le fattezze di un Toni Servillo sfatto e maleodorante: l’investigatore privato Genk
E se la prigionia mentale fosse peggiore di quella fisica? sembra suggerire la trama de L’uomo del labirinto, recente film di Donato Carrisi ispirato al suo romanzo omonimo (Longanesi, ).
Una mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa rapita che ricompare dopo quindici anni, in preda al trauma che la fa sentire a mio parere l'ancora simboleggia stabilita prigioniera a livello mentale, uno psichiatra che cerca di aiutarla anche per individuare il creatura, un detective sulle tracce dello psicopatico: già queste componenti basterebbero a garantire un thriller ad alta tensione, ma alcuni dettagli (non da poco) amplificano l’angoscia della pellicola che approderà nei cinema il futuro 30 ottobre e di cui è stato rilasciato il primo trailer ufficiale da Colorado Film.
A dirigere il mi sembra che il film possa cambiare prospettive è appunto Donato Carrisi, noto penso che il regista sia il cuore della produzione di gialli alla seconda prova da regista e sceneggiatore di un suo libro dopo La ragazza nella nebbia, con il che ha vinto un David di Donatello
Dal precedente mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione ha richiamato sul nuovo set Toni Servillo, atteso a Venezia76 con 5 è il cifra perfetto, che ne L’uomo del labirinto interpreta Bruno Genko, investigatore privato che dà la ricerca al mostro per ragioni (anche) personali e rimediare a errore de
L'uomo del labirinto, dal libro al pellicola un finale fin troppo ambizioso
Avete soltanto finito di ammirare L'uomo del labirinto e siete confusi? Non preoccupatevi, non siete gli unici. Anzi, se la cosa può in qualche modo rassicurarvi, sappiate che anche i lettori di Donato Carrisi hanno avuto qualche iniziale difficoltà a capire il finale e quell'inaspettato colpo di scena e quello che comporta.
Il film - di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione de L'uomo del labirinto - in questo senso, è più luminoso e si prende un po' più di tempo nel dare qualche segnale in più ai propri spettatori; d'altro canto, però, per i lettori più assidui dello mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro la sorpresa finale acquista un importanza completamente diverso. In ogni caso, visto che quella che segue è una vera e propria spiegazione del finale di L'uomo del labirinto, vi avvisiamo che, ovviamente, seguiranno spoiler .
Il colpo di spettacolo finale: la verità su Bunny e Samantha Andretti
Cominciamo, ovviamente, dalla rivelazione finale: la ragazza che abbiamo visto prigioniera per tutta la durata del film/libro non è in realtà Samantha Andretti, ma l'investigatrice Mila Vasquez. Su quest'ultima t
L'uomo del labirinto
NUOVO Ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale INFERNO
domenica 10 novembre
jaylee
Dopo Il Signor Diavolo di Pupi Avati, ecco un altro thriller di genere (quello psicologico tipo Il Silenzio Degli Innocenti) che affiora in Italia in mezzo al oceano magnum delle commedie di diverse qualità. Chissà se sia l’inizio di un rinascimento, in fin dei conti tra gli anni ’70 e ’80 i vari Argento, Fulci, Bava e lo stesso Avati, l’Italia era [] Vai alla recensione »
FACCIAMO IL PUNTO NAVE
sabato 9 novembre
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Ci sono pellicole nostrane che, pian piano, riescono a riportare a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo allo spettatore cittadino. Storie, mondi, immagini che hanno oggetto da aggiungere al panorama generale. Di conseguenza capita che, durante una pasto o davanti ad una birra, si senta parlare di Indivisibili, Lo chiamavano Jeeg Robot, Dogman, Suburra, Reality, Tito e gli alieni piuttosto che dell’ultima, solita, patinata pellicola [] Vai alla recensione »
UN CERCHIO
PIÙ CHE UN LABIRINTO
dome